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"Salvare l'Italia - Discorsi Extraparlamentari" di Vittorio Emanuele Orlando

a cura di Fabio Grassi Orsini

Salvare l’Italia

Discorsi extraparlamentari di Vittorio Emanuele Orlando

“Libro Aperto” (la rivista diretta da Antonio Patuelli ed edita a Ravenna) pubblica, a cura di Fabio Grassi Orsini, un’antologia di discorsi extraparlamentari di Vittorio Emanuele Orlando nel sessantesimo della morte. Il volume si articola in tre sezioni: a) Discorsi della guerra (e sulla guerra); b) discorsi politici; c) conferenze e prolusioni.

Vittorio Emanuele Orlando, insigne costituzionalista e statista, “Presidente della Vittoria” dopo la disfatta di Caporetto, chiamò gli italiani a “resistere, resistere, resistere” riuscendo a “salvare l’Italia”. Egli fu vittima della propaganda dei nazionalisti che gli imputavano di aver perso alla Conferenza della pace ciò che l’Italia aveva conquistato sul campo di battaglia, alimentando il mito della “vittoria mutilata”; sull’opposto versante fu accusato di aver perseguito, insieme a Sonnino, una politica imperialista per quanto riguarda la frontiera orientale. La lettura di questi discorsi contribuirà ad un sereno riesame della sua figura; quella di un liberale progressista che fu un illuminato ministro della Pubblica Istruzione, un Guardasigilli riformatore, un ministro dell’Interno di un gabinetto di guerra che riuscì a mantenere l’ordine, contrastare lo spionaggio; fu capace di mantenere alto lo spirito pubblico senza violare i diritti costituzionali e, come Presidente del Consiglio, si dimostrò all’altezza della sfida nel riorganizzare l’esercito, portandolo alla vittoria. Malgrado avesse preso inizialmente un abbaglio, come del resto gran parte della classe politica dell’epoca, nei confronti di Mussolini, illudendosi che avrebbe saputo ristabilire l’ordine senza stravolgere lo Statuto, fu, subito dopo la svolta autoritaria, uno dei più coerenti e tenaci avversari del regime e, allasua caduta, uno dei protagonisti della ricostruzione della democrazia.

Orlando, come emerge dalla lettura di questi discorsi, rappresenta un modello di ragionamento. Anche se l’eloquenza orlandiana risponde agli stilemi dell’oratoria ottocentesca, essa riflette il rigore scientifico del grande giurista, affinato dalla esperienza didattica del docente universitario, l'efficacia argomentativa della pratica forense e della dialettica parlamentare. Nei suoi discorsi egli riversava i risultati della sua abitudine a leggere i fenomeni collettivi, derivantegli dalla sua formazione sociologica e dalla sua capacità di interpretare i processi politici, frutto della sua partecipazione alle lotte politiche nazionali e delle responsabilità che gli toccò di esercitare negli affari internazionali. Da segnalare anche la sua capacità ad inquadrare gli avvenimenti di cui fu testimone e protagonista e della cui memoria divennedepositario, in una cornice storica. Infine notevole fu la sua abilità a comunicare emozioni.

Orlando merita di essere ricordato per aver saputo porsi al di sopra dei partiti, rinunciando ai suoi interessi personali per chiamare, nei momenti di emergenza, all’unità degli italiani.

Il volume, di 296 pagine, è precedutoda un saggio introduttivo del curatore Fabio Grassi Orsini.

NOVITA'
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